martedì 9 giugno 2009

venerdì 15 maggio 2009

Le cadute degli dei.Esempi di trasformismo politico calabrese


di Francesco Capalbo

L’avvenimento, sussurrato con insistenza e poi annunciato ufficialmente, è destinato a creare sconcerto. Giacomo Mancini il 12 novembre è approdato alla corte di Silvio Berlusconi! E’ ormai evidente come il centrosinistra in Calabria non entusiasmi, non affascini e non permetta una salubre mobilità del gruppo dirigente. Le disinvolte candidature per le elezioni provinciali di Oliverio e dei suoi cloni, decise o in via di decisione, per opera di un direttorio autocratico, comprovano queste affermazioni che potrebbero, a primo acchito, sembrare gratuite. Ma il darvinismo politico di Giacomo Mancini non può trovare giustificazione alcuna e nel contempo permette una lettura meno sacrale della storia delle dinastie politiche calabresi e della idea poco intrepida che esse hanno della coerenza, intesa come virtù. Già Paolo Palma in un suo pamphlet dal titolo: “Doppio gioco all’ombra dell’Ulivo” (Editori Riuniti 2001) mise in risalto la strana asimmetria della campagna elettorale per le Politiche del 13 maggio 2001 e le contorsioni di alcuni suoi protagonisti. Ad esempio, per quanto riguarda il voto proporzionale della Camera, si registrò a Cosenza la vittoria della lista DS, l’elezione di Giacomo Mancini junior, che di quella lista faceva parte e… la mancata elezione di Paolo Palma e di Achille Occhetto, candidati dell’ Ulivo nel maggioritario di Camera e Senato. Ci pensò l’ex segretario del PDS a svelarne l’arcano dimostrando, con un ampio rapporto presentato alla stampa, come sia lui che Palma fossero stati penalizzati dalle logiche clientelari e doppiogiochiste di Giacomo Mancini senior, che favorirono i candidati dello schieramento opposto. Se ci avventuriamo nei dirupi della Storia, emerge un altro avvenimento poco indagato che incrina l’alone di leggenda e svela le umane debolezze degli appartenenti alla dinastia dei Mancini. Il 7 maggio del 1927 sulla prima pagina di Calabria Fascista venne pubblicato un articolo, che riguardava Pietro Mancini (bisnonno di Giacomo junior), dal titolo: “La Magnanimità del Duce”. Eletto deputato il 6 aprile 1924 per la circoscrizione della Calabria e della Basilicata (ventisettesima legislatura), Pietro Mancini fu il solo deputato dell’opposizione che le due regioni mandarono alla Camera. Decadde dal mandato parlamentare per delibera della Camera, nella seduta del 9 novembre 1926, a seguito di una mozione presentata da Augusto Turati. Nello stesso anno fu confinato a Nuoro e per tale motivo ritenuto una sorta di eroe sacro dell’antifascismo meridionale. L’articolo ne palesa invece la vulnerabile umanità. “S. E. Mussolini, compiendo un atto altamente magnanimo, ha condonato, dopo soli cinque mesi di espiazione, di seguito a richiesta dell’interessato, la pena del confino inflitta dalla Commissione Provinciale di Cosenza per la durata di cinque anni, all’onorevole Pietro Mancini. La relativa istanza, di cui a suo tempo venne data comunicazione a S. E. Michele Bianchi, il quale a sua volta ne informò il prefetto Commendatore Guerresi ed il Segretario Federale dott. Cesare Molinari, venne rivolta a S. E. Mussolini, quale Ministro dell’Interno; e S.E. Mussolini, avvalendosi dei suoi poteri, ha generosamente perdonato . L’atto di S. E. Mussolini è solenne riaffermazione degli alti sensi generosi e magnanimi del Condottiero Magnifico dell’ Italia nuova ed è indice eloquente delle direttive del Regime, implacabile nella difesa dello Stato, ma tendente alla conciliazione degli animi ed a porre nella sua vera luce lo spirito e l’essenza della Rivoluzione Fascista”. Lungi dall’esprimere giudizi storici affrettati sulle vicende sopra elencate, non si può non essere d’accordo con le parole dell’onorevole Fabrizio Cicchitto, gran cerimoniere del passaggio di Giacomo Mancini al centro destra. L’onorevole, durante il rito romano del travaso, ha affermato che le storie delle persone sono lunghe. E’ innegabile, comunque, che analizzate nei loro snodi essenziali, talune sembrano rilevarsi fragili e perciò più conformi alla natura umana che a quella degli dei.

Gli avvenimenti citati in questo articolo sono tratti dalle seguenti fonti:


La Magnanimità del Duce, Calabria Fascista, 7 maggio 1927.
Mancini: “Berlusconi e il PDL unici punti di riferimento”, Il Quotidiano, 13 novembre 2008.
Paolo Palma, Doppio gioco all’ombra dell’Ulivo. La mia campagna elettorale con Achille Occhetto in una città del trasformismo, prefazione di Pierluigi Castagnetti, Editori Riuniti, 2001.
Roberto De Luca, Consenso elettorale e partiti. Le liste “fai-da-te”, in La trasformazione dei partiti politici, Francesco Raniolo (a cura di), Rubbettino Editore, Soveria Mannelli, 2004.
Scheda biografica dell’onorevole Mancini Pietro, www.archivionline.senato.it.

L’articolo è stato pubblicato su goladelrosa.eu il 18 novembre del 2008; esso offre spunti di riflessione per quanti esprimeranno il loro voto nella tornata elettorale di giugno.

lunedì 11 maggio 2009

Elezioni comunale: ecco le liste


Pubblichiamo le liste per le elezioni comunali che si terranno il 6/7 giugno prossimo. Aspettiamo i vostri commenti e le vostre considerazioni.
Nota: clicca sull'immagine per ingrandirla

sabato 9 maggio 2009

Aldo Moro: Una memoria sbiadita color porpora


Ci sono ricordi che appartengono alla collettività e che sistematicamente riemergono nell’avvicinarsi di particolari ricorrenze.

Uno di questi ricordi è l’uccisione del presidente della Democrazia Cristiana On. Aldo Moro, avvenuta il nove maggio 1978 ad opera delle brigate rosse.

Il giorno dell’uccisione di Moro è un ricordo ancora vivo nella mente di molti italiani, ma che solo una anno fa è stato istituito come giorno della memoria per le vittime del terrorismo interno ed internazionale.

Trentuno anni dopo questo ricordo appare vivo negli occhi della memoria di chi ,come me, in quei giorni veniva al mondo.

Trentuno anni dopo questo ricordo appare sbiadito negli occhi di una comunità ,come quella sampietrese, che a Moro ed alla storia della DC sono particolarmente vicine.

Il ricordo in questo caso appare sbiadito come il color porpora del sangue lavato dalle lacrime di chi dopo tanto tempo ancora non sa perché sta piangendo.

Eppure la figura di Moro , negli ultimi anni, sembra essere contesa sia dai politici centrodestra che da quelli del centrosinistra, quasi dimenticando che egli fu un democristiano convinto e lungimirante al punto da spingersi fino al cosiddetto “compromesso storico”, che forse fu una delle cause della sua morte.

Ecco perché la sua memoria appartiene al paese intero, non ad un solo partito.

Ma dicevamo , il ricordo della memoria ora sembra sbiadito, perché in questo ore perdere tempo per ricordare può significare perdere minuti preziosi per affilare le ultime armi per il confronto elettorale. Fermarsi ora è concedere spazio agli avversari e questo nessuno lo vuole.

Occorre però tenere a mente che la superficialità con la quale affrontiamo il ricordo di eventi simili, può essere causa di errori futuri che sembrano già concretizzarsi in una frammentazione politica , sociale, e culturale , che oggi attanagliano il nostro piccolo comune in logiche bieche e prive di prospettive.

Non possiamo costruire il futuro o semplicemente comprendere il presente se mancano le basi radicate nel passato.

Serve una presa di coscienza seria e una seria formazione, soprattutto per i giovani . In ogni mestiere antico, il "maestro" è sempre stato l'unico strumento efficace di apprendimento, e noi, oggi, soprattutto in politica, ne siamo drammaticamente orfani. Ecco dunque fondamentale rivolgere lo sguardo a ritroso, alla ricerca ed all'analisi degli alti esempi del passato. Ciò non è affatto facile ma , con una buona dose di coraggio, scevri anche da quella pigrizia che sovente corrode i giovani e dalla quale occorre, con uno sforzo, allontanarsi, noi dovremmo analizzare le qualità dei grandi uomini del nostro passato politico, per trovare spunti per il nostro futuro. Uomini come Moro appunto ma anche De Gasperi, Berlinguer, Pertini e molti altri. E forse non dovremmo farlo soltanto noi giovani, ma anche i nostri attuali politici, con un gesto d'inattesa umiltà, dovrebbero ricercare e ritrovare nel passato degli esempi preziosi per ripensare il futuro della politica italiana.

S.L.T.

giovedì 7 maggio 2009

Analisi Secondo Sondaggio



Quesito numero 2

Ritenete opportuno che Sindaco, Assessori e Consiglieri Comunali del Comune di San Pietro in Guarano siano scelti tra coloro i quali, avendo avuto esperienze passate nella vita amministrativa del paese, sono presenti sulla scena politica locale da più anni?


Analisi

Nel primo quesito si è rilevato, senza distinzione tra destra e sinistra, in che modo la cittadinanza percepisce la “longevità” dei soggetti che si occupano della vita politica e amministrativa di San Pietro in Guarano da più anni. Il responso dell’indagine è netto : il 98% del campione non ritiene opportuno la candidatura dei soggetti che avendo avuto esperienze passate nella vita amministrativa del paese, sono presenti sulla scena politica locale da più anni. In questo caso il concetto di longevità viene percepito quale sinonimo di senilità politica.

domenica 3 maggio 2009

Stravaganze elettorali


E’ sorprendente constatare come personaggi di grande spessore culturale, poco frequentati dai politici calabresi, che come è risaputo non brillano per le loro passioni culturali, vengano riscoperti in occasione delle varie competizioni elettorali.
Questo poster, che avrebbe dovuto dar tono e dignità culturale ai suoi firmatari, è apparso recentemente per le strade della provincia di Cosenza e ritrae Giocchino da Fiore in compagnia di don Luigi Nicoletti.
L’accostamento dei due personaggi all’immagine di Mario Oliverio è dovuta forse all’intenso legame che anch’essi ebbero con San Giovanni in Fiore, paese d’origine del Presidente della nostra Provincia.
Stravagante appare invece l’uso dell’effige del Presidente degli USA e l’invito affinché la Provincia di Cosenza “ritorni” ad essere protagonista.
Poichè in Italia ogni competizione elettorale può equipararsi alla sagra dell’inverosimile, non vorremmo che qualcuno avesse in mente, a nostra insaputa, di proporre al Presidente Obama che la Provincia di Cosenza diventi… il suo 51° Stato.
Francesco Capalbo

mercoledì 29 aprile 2009

Analisi Primo Sondaggio

ANNIFREQUENZE
50
1019
151
200
301
350
400
451

Quesito
Quanti anni, al massimo, un cittadino dovrebbe essere impegnato nel ricoprire cariche istituzionali (Sindaco, Assessore o Consigliere Comunale, etc.) prima di essere percepito come “in età da pensione”?


Analisi

Il quesito ci ha permesso di trarre indicazioni quantitative riguardanti la “soglia di longevità“. Per il campione occorrono 12,7 anni affinché un amministratore venga percepito come “in età da pensione”. Per una percentuale rilevante di esso tale soglia è ancora più bassa (10 anni). Anche in questo caso il termine “soglia di longevità” viene percepito con connotati di negatività

Anche se il campione è formato da 22 persone, esso può essere considerato dal punto di vista statistico nel novero dei “grandi campioni”. Non essendo possibile però operare “inferenze” sui risultati ottenuti, perché non estratto con metodologie probabilistiche, esso ci fornisce solo indicazioni circa gli umori degli strati di elettorato che fruiscono di un collegamento ad Internet. Per questa frazione di popolazione, San Pietro in Guarano è considerato come paese che necessita di una efficace azione di rinnovamento.